2 parti in 1 volume in-4° (mm 210x165). Pagine [4], [6], 5-8, 285, [3]; [2], 209, [5] + 1 tavola ripiegata pour trouver les proportions e 8 carte di tavole fuori testo incise in rame di cui 6 più volte ripiegate. Marca dello stampatore al frontespizio incisa in rame, testatine, capilettera e abbellimenti tipografici nel testo. Errori di numerazione e di fascicolazione ma esemplare completo: la carta dell'errata si trova legata in fine di volume, anziché dopo la dedica al Duca di Vivonne; e forse proprio la dedica fu concepita in ultimo - posizionata fra il frontespizio e la lettera al lettore - complicando la numerazione delle prime pagine. Esemplare brunito e con fioriture sparse ma con le tavole in buono stato. Legatura coeva in mezza pelle verde con piatti marmorizzati e titoli impressi in oro al dorso. Punte stanche e lievi abrasioni al piatto posteriore. Nota di possesso manoscritta e timbro di collezione nobiliare parzialmente cancellato.
Edizione originale. Cfr. Brunet, Suppl. 348; Cioranescu (XVII) 23473; Polak 2247: «L'ouvrage de Dassie est considere comme le premier traite d'architecture navale». L'opera si divide in tre libri, nei quali l'Autore tratta rispettivamente della costruzione dei vascelli e delle diverse tipologie di vascelli, oltre che del necessario per equipaggiarli; della costruzione delle «galères et chaloupes»; delle maree, degli ancoraggi, rotte ecc. Come indicato poi anche dal titolo sull'occhietto (L'architecture navale; avec le routier des indes orientales et occidentales), vi è in ultimo una parte dedicata alle rotte commerciali per le Indie, nella quale si descrivono i percorsi da intraprendere, i pericoli da evitare e i principali porti della costa occidentale dell'Africa, delle Indie Orientali, dello Stretto di Malacca, di Cina, Giappone, America centrale e orientale, Brasile, Mar Baltico, Inghilterra. Dassie delinea 26 diverse rotte di navigazione per il Indie orientali e occidentali, insistendo in particolar modo su quelle aperte dal portoghese Alexis de la Motta e dall'olandese Hugues de Linschot.