Album oblungo. mm 120x175. Contenente 101 disegni a matita di grafite numerati 1-100, il primo non numerato, preceduti da un foglio recante il titolo scritto a penna. Legatura coeva con copertina cartacea, dorso in pergamena. L'album si inserisce in un periodo di grande vitalità dell'industria editoriale romana e dell'interesse del pubblico per la riscoperta della storia antica. Dopo il grande successo commerciale Dell'Istoria romana, Pinelli si accinse a farne un'editio minor, sia nel formato che nella meno elaborata tecnica grafica che consisteva nell'incisione a tratto ovvero a delineato alla maniera del Dante di Flaxman. Ridisegnò quindi i cento soggetti provvedendo alle semplificazioni richieste dalla nuova tecnica e dal formato. L'opera fu pubblicata nel corso del 1920 dall'editore romano Fabri. Subito dopo Pinelli progettò con lo stesso Fabri un'edizione "gemella" di una storia greca che avesse le stesse caratteristiche editoriali. Per raggiungere e soddisfare un pubblico più vasto, fu deciso di far precedere le 100 tavole da un testo esplicativo a stilare il quale fu chiamata Fulvia Bertocchi, una gentildonna romana cultrice di lettere e autrice di una compendiosa storia greca. L'opera fu edita dal Fabri col titolo Istoria greca inventata ed incisa da Bartolomeo Pinelli romano in 100 tavole illustrata da Fulvia Bertocchi, con le stesse caratteristiche della storia romana in formato piccolo e il prezzo contenuto di sei scudi. I rami rimasero però di proprietà di Pinelli che li cedette subito dopo all'editore concorrente Poggioli col quale aveva appena ripubblicato la storia romana corredata stavolta anch'essa dai testi della Bertocchi, assenti nella prima edizione di Fabri. Questa seconda edizione della storia greca apparve col titoloRaccolta di N° 100 soggetti li più rimarchevoli dell'Istoria Greca inventati ed incisi da Bartolomeo Pinelli Romano illustrata da Fulvia Bertocchi, pubblicata a Roma nel 1921 presso Vincenzo Poggioli stampatore della R. C. A. (Cfr. Istoria romana di Bartolomeo Pinelli romano, l'anno 1818, e 1819, a cura di Giovanni Colonna e Daniele Federico Maras, Roma 2006, pp 15-18). Della storia greca in formato economico si conoscevano finora quattro disegni preparatori e alcuni acquerelli a chiaroscuro destinati alla vendita, oggi conservati al Museo Di Roma. I quattro disegni a matita sono relativi alle tavole Aristodemo e l'amante della figlia, Pausania rimproverato dall'ombra di Cleonice, Alcibiade chiede scusa a Ipponico, Timoclea davanti ad Alessandro Magno (Cfr. Bartolomeo Pinelli, a cura di Giovanni Incisa della Rocchetta, catalogo della mostra, Roma 1956, pp. 102-103, n. 146-148). Si tratta di disegni abbastanza compiuti ma dal segno piuttosto rapido e schizzato. Rispetto ad essi quelli contenuti nel presente album si presentano molto più vicini alle incisioni e alle caratteristiche del tratto a contorno dei delineati neoclassici. Nonostante ciò contengono alcune parti più abbozzate, con meno dettagli e ombreggiature rispetto alle versioni definitive che Pinelli era solito completare direttamente sulla lastra. Alcune volte le varianti sono considerevoli, come nella tavola n. 59 Morte di Pausania che vedrà l'aggiunta della figura importante un cavallo nella tavola incisa. Inoltre ad apertura della serie di immagini, numerate progressivamente nella stessa sequenza delle rispettive acqueforti, è presente un disegno non numerato sottotitolato La Grecia che risulta essere assente nell'album a stampa. Anche i titoli in calce ai disegni sono più sommari rispetto alle didascalie incise e talvolta presentano alcuni sbagli ortografici oppure di concetto: I Megaresi delusi dagli Ateniesi (vs.I Megaresi ingannati dagli Ateniesi), Aristide scrive il suo nome ad un incognito che lo voleva esigliato (vs.Aristide scrive il suo nome ad un incognito che lo voleva esiliato), Fugga di Serse (vs.Serse dopo la battaglia di Salamina, fugge dentro una barca di pescatori), Temistocle onorato dagli Ateniesi (vs. Temistocle onorato dai Spartani) ecc., mentre il n. 19 non ha nessun titolo. Infine sette disegni risultano in controparte rispetto alla versione incisa (n. 41, 42, 43, 44, 45, 46, 48). Anche la calligrafia sembra compatibile con quella dell'artista che fa ad esempio la E maiuscola come un 3 rovesciato. Tutte queste caratteristiche vanno a favore della genuinità dell'album e del suo pregio. Portano anche ad escludere che possa trattarsi di una copia anonima, nonostante il successo dell'edizione a stampa avesse dato luogo a varie repliche reincise (tre nel Lombardo-Veneto), verosimilmente a insaputa dell'autore (cfr. Colonna-Maras, cit., p. 18).
Legatura consunta, segni d’uso agli angoli dei fogli ma tutti integri e ben conservati.