È noto il legame profondo, proficuo e duraturo tra l’artista Moses Levy e lo scrittore Enrico Pea, quanto la loro amicizia con Lorenzo Viani, giovane compagno di studi del primo all’Istituto d’arte di Lucca e in seguito il suo più stretto sodale sia nel percorso artistico che nelle tensioni ideali di stampo anarchico e social umanitario. In quel contesto di rapporti e aspirazioni tra le Alpi Apuane e il mare i tre amici militeranno insieme a De Ambris, Salvatori, Carlini e Ungaretti nella utopistica “Repubblica di Apua” guidata da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, ove Moses fu designato “console di Tunisi”. In un atto di vendita stipulato a Viareggio il 4 novembre 1916, Levy dichiarava di aver ceduto a Enrico Pea e a Luigi Salvatori (già in possesso dei beni dal 1 luglio 1916) tutte le opere d'arte del suo studio di Rigoli «con ogni e qualunque diritto e privilegio di riproduzione e quanto altro d’uso esistente o eveniente sia per l’Italia sia per ogni altro paese dell’estero». Sotto la denominazione di opere d’arte erano comprese anche le lastre per acqueforti e le matrici per le xilografie. In una lettera datata Viareggio 23 novembre del 1921, Levy annullava i precedenti patti e nominava Pea unico proprietario delle lastre per acqueforti di cui quest’ultimo si apprestava a fare una tiratura presso lo stampatore Tassini.
Già nel 1929 Anton Paolo Antony De Witt, all’epoca collaboratore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e curatore nel 1938 del primo catalogo delle incisioni dell’istituto fiorentino, progettava di organizzare nella sede prestigiosa della Strozzina una mostra sull’opera grafica di Moses Levy, artista di respiro internazionale, “ebreo errante” di cultura francofona e di passaporto inglese, vissuto tra Viareggio e Tunisi, intrecciando nelle sue opere l’esotismo arabo africano dei luoghi natali alle radici della figurazione toscana.
Una mostra esaustiva dedicata alle incisioni di Moses Levy curata da Alessandra Giannotti e Claudio Pizzorusso, si è finalmente tenuta nel 1999 al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, dopo il dono nel 1997 di un cospicuo e prezioso fondo grafico alle pubbliche collezioni fiorentine da parte degli eredi di Moses Levy.
Le 66 opere qui presentate, provenienti invece dagli eredi di Enrico Pea, contengono disegni, acqueforti, xilografie, monotipi e 21 lastre calcografiche originali. Le tirature delle stampe sono dei primi decenni del ‘900 salvo alcuni fogli in tiratura successiva della stamperia Il Bisonte di Firenze. Il lotto comprende anche alcune opere grafiche di artisti legati a Pea e a Levy come Antony De Witt e Mino Maccari. Per il dettaglio dei singoli pezzi si vedano i lotti dal n. 280 al n. 345, che vengono messi all’incanto singolarmente nel caso l’intera raccolta risultasse invenduta.
-