Penna e inchiostro di china su carta avana. mm 200x120. Nel 1856 entra nell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, seguendo l’esempio dell’amico Patini, insieme al quale frequenta i corsi di Biagio Molinari e il tirocinio di Giuseppe Mancinelli. Nel 1859 viene attratto dalla “riforma” della pittura avviata nella città dal gruppo degli innovatori facenti capo a Morelli e Filippo Palizzi, del quale, segue gli insegnamenti imperniati nel “Magistero assoluto del vero. Dal volume Oreste Recchione poeta della natura a cura di Cosimo Savastano e Bianca Maria De Luca, 1996.
Tracce di colla al verso.