In-folio (mm 340x220). Pagine XXXVI, 254, [2] con 21 splendide tavole ripiegate numerate incise in rame fuori testo. Frontespizio in inchiostro rosso e nero con bella vignetta calcografica, graziose testatine e capilettera incisi in rame, moltissime epigrafi e iscrizioni riprodotte in xilografia nel testo. Lieve gora d'acqua nel margine inferiore delle carte, altrimenti ottimo esemplare ad ampi margini. Legatura coeva in pergamena rigida con titoli impressi in oro al dorso, in buono stato nonostante le sguardie distaccate e un taglio alla cerniera del piatto anteriore.
Prima edizione di questa importante e bella opera che documenta il rinvenimento nel 1726 del colombario dei servi e dei liberti di Livia, moglie dell'imperatore Augusto, un enorme monumento funerario composto di circa 3000 nicchie. Dato curioso, il vocabolo colombario non era mai stato utilizzato prima (sia nelle iscrizioni romane che nella letteratura) con questa accezione, ma in seguito alla pubblicazione del volume del Gori si attestò progressivamente come termine per identificare i sepolcri romani simili ad una piccionaia per i fitti loculi nelle pareti. Cfr. Brunet II 1670; Cicognara 3750.