In-folio (mm 345x220). Pagine [12], 367, [83]. Fregio xilografico al frontespizio. Tracce di fango marginali e carte ondulate per l'eccessiva umidità patita dal volume ma discreto esemplare. Legatura coeva ormai muta in pergamena rigida, con difetti.
Opera maggiore del giurista torinese Carlo Di Napoli, fu scritta a seguito della causa che nel 1740 aveva contrapposto i cittadini di Sortino al barone Pietro Gaetani, principe del Cassaro. Moncada Lo Giudice 1557: «L'opera rivendica i diritti del Principe del Cassaro contro il Comune di Sortino che voleva sottrarsi al suo dominio per divenire città demaniale. In realtà il lavoro è assai più importante di quanto possa sembrare a prima vista e ciò per due motivi: il primo è che di Napoli fa una profonda ed interessantissima disamina di tutte le leggi precedenti e della storia del feudo; la seconda è che l’atteggiamento del di Napoli va contro gli interessi della Monarchia, in un periodo in cui il Fisco cercava di recuperare quanti più feudi possibili al demanio». L'opera e il suo peso ideologico e politico furono immediatamente avvertiti dai contemporanei, e questo scritto divenne il manifesto politico del baronato siciliano contro il programma riformatore dei Borbone. Mira II; 126; Narbone II, 197.