2 parti in 1 volume in-4° (mm 238x185). Pagine [10], 96, [12]; [8], 96 [i.e. 94] con 1 antiporta allegorica incisa in rame da Blooteling e 12 tavole calcografiche fuori testo, di cui 11 ripiegate in fine della prima parte. Ciascuna parte con proprio frontespizio, ornato da graziose vignette di Blooteling. molte altre figure nel testo, anche a piena pagina. Esemplare con molti restauri nei margini bianchi delle carte, effettuati anticamente con l'applicazione di pecette, e qualche arrossatura. legatura coeva in pergamena rigida con titoli dorati su falso tassello al dorso. Due lunghe annotazioni di antica mano al foglio di guardia.
Terza edizione, considerata la migliore, di questo significativo studio del Pignoria sulla Mensa Isiaca, una tavola bronzea con iscrizioni egizie di probabile fattura romana detta anche "Tavola Bembina" dal suo primo possessore, Pietro Bembo. Questo celebre manufatto fu oggetto di molti studi. oltre al Pignoria, anche Kircher tentò di decifrarne i geroglifici. La seconda parte ha proprio frontespizio, con diverso titolo: Magnae Deum matris Idaeae... e tratta del culto romano della dea Cibele e del dio Attis con in appendice una descrizione della mano bronzea usata nel culto di Cecrope scritta da Giacopo Filippo Tomasini. Crf. Caillet 8681; Graesse V, 290.