Incisione in rame (mm 460x370) incollata su carta, del gioco, con 42 scomparti figurati e 3 file di scomparti piccoli ripetuti. Qualche macchia o arrossatura, piccoli strappi riparati senza danno al testo.
Non vi era bando nel corso del '700 che non citasse il biribissi come uno dei giochi d'azzardo più vietati. Nella sua più antica forma (è il caso dell'opera in questione) si presenta come un tabellone con 42 caselle sulle quali i giocatori piazzano delle puntate; dopo ogni giro di puntate da un sacchetto viene estratto un numero e il giocatore che ha puntato sulla casella corrispondente vince la posta in palio. Una variante molto in voga ancora oggi è giocata con le carte del Mercante in Fiera. Non mancano cenni storici sul gioco del biribissi: Giacomo Casanova giocò a biribissi a Genova (clandestinamente, poiché nella Repubblica era già proibito) e fece saltare il banco (sostiene senza barare) e subito si insinuò che fosse d'accordo con il battitore.