In-4° (mm 261x200). Pagine XXVIII + un'antiporta calcografica, un frontespizio calcografico e 8 tavole fuori testo numerate I-VIII, di cui una ripiegata. Esemplare con fioriture marginali ma internamente in ottimo stato. Si vende privo di legatura. Alla carta di antiporta, nello spazio riservato al dedicatario, notazione manoscritta di dedica: "All'Ill[ustrissi]mo sig[n]ore Il si[gno]r Giacomo Conte Carrara delle Belle Arti giusto Estimatore".
Rara edizione originale. L'opera venne realizzata da Piranesi a seguito del dissidio avuto con il primo dedicatario delle Antichità Romane, James Caulfeild, visconte di Charlemont (1728-1799), il quale non patrocinò in ultima istanza la costosa stampa dei quattro volumi delle Antichità nel 1756. A seguito di tale evento Piranesi rimosse le dediche a Lord Charlemont dall'intero volume e diede alle stampe questo libello per testimoniare l'accaduto: l'opera riproduce in formato minore gli originali frontespizi e le tavole dei volumi con le vecchie dediche, due lettere scritte a Charlemont e una a padre Peter Grant, che era intervenuto per cercare di risolvere il confitto tra i due. L'opera qui presentata è arricchita dalla dedica manoscritta di Piranesi al conte Giacomo Canova, che diventerà il nuovo dedicatario delle Antichità. Pinetti Angelo nel suo studio Il conte Giacomo Carrara e la sua galleria secondo il catalogo del 1796 (Bergamo, 1922) cita forse questo stesso esemplare, così descrivendolo: «L'incisore veneziano Antonio Piranesi [sic] [...] dedicava in quell'anno al conte Carrara che conobbe ed apprezzò a Roma, la sua opera ornata di finissimi rami [...] "Lettere di giustificazione scritte..." la quale porta in fronte la dedicatoria: "All'Ill.mo sig. Giacomo Conte Carrara delle Belle Arti giusto estimatore» Cfr. Focillon, p. 63: «édition originale et complète est extrémement rare».