In-folio (307 x 206 mm). [x] ccccxiiii [1] carte, ma in totale 422. Collazionato completo, con la grande "F" xilografica (6 righe) all'inizio de La Epistola del Beato Certosino colorata in verde, azzurro e giallo, una xilografia a piena pagina di Santa Caterina con inserti tipografici in corsivo e romano a carta *10v, la grande "S" xilografica (9 righe) all'inizio dell'opera colorata in blu, azzurro, ocra e rosso, segni di paragrafo miniato in rosso o in azzurro all'inizio del volume, piccoli capilettera xilografici. Tracce d'uso e forellini in margine al frontespizio e alle prime e ultime carte, qualche pallida macchiolina in margine, forellino al margine superiore di A3, pallido alone a B7v B8r, ma nel complesso copia ottima in legatura posteriore in stile decorata in oro e a secco su assicelle di legno con fermagli (minime abrasioni alle estremità), tagli dorati.
Celeberrima opera, rara sul mercato, nella quale appare per la primissima volta il famoso carattere corsivo inventato da Aldo Manuzio, poi adoperato dal grande stampatore nei “tascabili” pubblicati a partire dal 1501. E' in corsivo l'invocazione iesu dolce, iesu amore sulle pagine del volume che Santa Caterina, ritratta al verso di *10, regge nella mano destra, così come il nome iesu nel cuore che la Santa regge nella mano sinistra. Le Epistole sono inoltre la prima opera in volgare stampata da Manuzio e la prima edizione aldina dell’epistolario di Santa Caterina, mistica domenicana, da lei dettato negli ultimi dieci anni di vita (1370-1380). Le oltre 380 lettere, scritte anche ad importanti personalità dell’epoca, affrontano una grande varietà di temi. Gamba 298: “Raro. Se vogliasi avere considerazione alla eleganza de’ caratteri, alla bellezza della forma e alla nitidezza della stampa, è questo uno de’ più bei monumenti della perizia del vecchio Aldo”. ISTC ic00281000. IGI 2587. BMC V 562. GW 6222. Essling 1230: “grand bois au trait, d’une très belle facture”. Renouard 23.2. Sander 1821. Hain 4688. Brunet I, 1662.