Manoscritto autografo a penna nera. 1 bifolio (scritte 3 pagine). Carta con intestazione Per non dormire. Carta con filigrana. Lettera scritta dalla Capponcina di Settignano (Fi). Dimensioni 170x220 mm.
In questa arguta lettera, dopo un piccato sfogo contro i pettegolezzi giornalistici de La Nazione, d’Annunzio parla della sua automobile rossa. Rossa, perché fin da subito per il Vate l’automobile è femminile, come scriverà nel 1926 al Senatore Agnelli. Ricordiamo che a inizio ‘900 i futuristi, in particolate Marinetti, e Panzini parlavano di automobili solo al maschile. Sulle colline fiorentine d’Annunzio scorrazzava a bordo della sua fiammante Florentia 35 HP rossa, fabbricata proprio a Firenze. Caro amico, perché mai la Nazione fa tanti pettegolezzi e trasforma perfino l’on. Masciantonio [Pasquale] in un cozzone [sensale] di cavalli? E perché afferma che iersera io pranzavo in non so qual villa con amici, mentre pranzai, anzi desinai frugalmente, nel mio solito stallo, solo? Il caso m’occorse la mattina in cui ti salutai al cancello del tuo aremme [harem] rosato […] La mia automobile rossa ieri prese al Convento di Borgo Ognissanti un Cappuccino […] Qualcuno ha immaginato che il frate venisse a raccomandarmi l’animà La mia clausura non mi vale contro gli imbecilli. Ti abbraccio. Gabriel