Carta salata (da negativo su carta), mm. 204x276, firmata sul verso a matita: "G. Caneva"; il foglio è appoggiato su cartoncino originale, mm. 236x317, che reca in basso a matita, l'annotazione (forse nella grafia originale): "Villa Panfili". Stampa sbiadita nei toni (solfurazione). In passe-partout con coperta in cartone acid-free.
Il tema dei pini marittimi, imprescindibile elemento del paesaggio mediterraneo, è ricorrente nella produzione di Giacomo Caneva, che l'ha declinato in diverse immagini riprese nelle ville e nei dintorni di Roma, creando alcuni degli studi paesistici di maggior successo all'epoca, tra i più ricercati dagli artisti e dal collezionismo internazionale. L'immagine, che ha dei precedenti pittorici (cfr. ad esempio il dipinto dell'olandese Hendrick Voogd, del 1807, al Rijksmuseum di Amsterdam) offre un esempio particolarmente interessante del clima artistico internazionale che a metà dell'Ottocento si coagulava intorno alla Scuola romana di fotografia, della quale Caneva fu uno dei principali animatori, e che vide vari fotografi impegnati in uno studio della natura che, come quello dei pittori coevi, si allontanava da intenti meramente descrittivi e documentari, per elaborare invece interpretazioni personali ed emozionali dei luoghi scelti e osservati. Altri esemplari noti provenienti dalla raccolta della Duchesse de Berry e da quella del pittore spagnolo Bernardino Montañes (in Hernàndez Latas et al. 1997, pp. 174-175, n. 44; Promenade méditérranéenne 2007, n. 45). Bonetti 2008, p. 131 e p. 151, cat. 53.