«Penna e inchiostro bruno e rialzi a tempera bianca su carta preparata grigio-verde. mm 420270. Iscritto in basso «primo tempo» «dea flora» «zeffiro (?)» e iscrizione non leggibile in alto. Applicato a supporto di cartoncino. Al verso del supporto in antica grafia la biografia di Farinati iscritta in una etichetta. Al recto in basso a destra timbro della collezione Crozat (?) (Lugt, 474).
Il soggetto di questo disegno si ritrova in due altri fogli entrambi di collezione Jabach e conservati al Louvre (cfr. Marini/Marini/Rossi, 150. Sueur, p.41, fig.25). Il primo, copia da Farinati (Inv. 4911), replica il soggetto con identico impianto e stesse iscrizioni. Il secondo, attribuito all'artista (Inv. 4869), è privo delle iscrizioni e sostanzialmente diverso nel posizionamento delle figure. Si ritiene che il soggetto faccia parte di un ciclo ispirato alle stagioni o ai venti. L'ipotesi è avallata dall'esistenza di altri due disegni. Il primo Pomona, Estate e Cerere presso la Collezione di Windsor e pubblicato in Popham/Wilde, 294 ed il secondo Autunno, Bacco e Euro presso il Musée Royaux des Beaux-Arts di Bruxelles (Inv. 4060/1310) pubblicato in De Giorgione à Tiepolo, 21. Lo stile del nostro disegno è moilto vicino a quello di Windsor che fra l'altro presenta analoghe iscrizioni. Il ciclo potrebbe essere quello delle decorazioni di Villa Giulari a Mezzane di Sotto, dove Orazio e Giambattista Farinati si recarono nel novembre 1595, di cui non rimane che un frammento. Hélène Sueur ricorda che Il soggetto si ritrova anche nella decorazione dipinta nella Sala delle Arti Liberali di Villa Della Torre, sempre a Mezzane di Sotto, dove altre due scene hanno come protagonista il primo tempo» ovvero la Primavera.