In-8° (mm 137x82). Carte [12], 132. Marca tipografica incisa in legno al frontespizio e ripetuta più grande in fine. Taglio nel margine superiore del frontespizio, senza perdita di testo, fioriture e bruniture sparse. Legatura moderna in marocchino scuro con fregio fitomorfo impresso in oro ai piatti e titoli dorati al dorso, roulette di foglie stilizzate e filetto impressa in oro alle unghiature, sguardie marmorizzate. Nota di antica mano al frontespizio, parzialmente cancellata.
Prima edizione e probabilmente l'unica realizzata di questa raccolta medievale di cinque testi sulle piante e i minerali, pubblicata da Janus Cornarius. L'opera si compone di cinque parti, nelle quali si tratta delle piante ed erbe comuni, delle piante rare, delle pietre preziose ecc.: I-II, De herbis ac plantis vulgarib. III De plantis peregrinis; IIII De quibusdam plantis, itemque animalium partibus, ac terrae speciebus. V De lapidibus ac gemmis [Merboldi Episcopi]. I primi tre libri dell'opera di Cornarius si basano sul De viribus herbarum, il più famoso erbario medievale (compilato tra il 1070 e il 1112 e stampato a partire dal 1477), attribuito a Macer Floridus, pseudonimo di Odo di Meung (Odo Magdunenisis), un medico francese che basa i propri studi sugli scritti di Plinio, Galeno, Dioscoride e Ippocrate e il cui nome compare nel manoscritto conservato a Dresda. Cfr. British Museum, scheda Harley MS 2651: «[De viribus herbarum] is a latin poem in hexameters describing the medical virtues of herbs written under the pseudonym of Macer (with reference to the Roman poet Aemilius Macer, d. 15 BC). The author is generally identified with the French physician Odo de Meung-sur-Loire whose name is mentioned in a 12th-century copy of the text». Cornarius ripropone nei primi tre libri le 77 erbe - e loro presunte proprietà curative - catalogate nell'Erbario di Macer, sebbene in ordine differente, mentre le 20 piante del libro quarto sono in realtà di autore ignoto; nel quinto libro si ripropone il De Virtutibus Lapidum di Marbodeus di Rennes. Cfr. Adams O-66; Choulant, Handbuch 242; Durling 2893.