Acquaforte. Matrice: mm 290x403. Foglio: mm 297x420. Le Blanc, n. 16; Bartsch, XVIII.304.52: TIB XL.203.52 (come Reni). Birke (TIB), 40, (come Brizio), n. 4003.048. La rara stampa non è citata tra le opere di Annibale da Diane De Grazia Bohlin e neppure da Babette Bohn (1995). Infatti, già Adam Bartsch poneva l’incisione tra le possibili opere di Guido Reni. L’esemplare reca la firma di Annibale Carracci come inventor e incisore ed è derivata, in controparte, dal dipinto oggi alla Pinacoteca di Brera di Milano e da lui stesso eseguito intorno al 1595, prima della partenza per Roma. In basso a sinistra, entro il margine si legge infatti: “Anibal Car: Invent. e sculp.”; al centro in basso “Petrus Stephanius formis Cum Privilegio” e, al centro “1610”. (IV stato di 4). Il foglio potrebbe essere appartenuto a Pierre-Jean Mariette; sul verso vi sono, infatti, alcune preziose iscrizioni manoscritte in grafia antica: “P. Mariette 1640”, in basso “epreuve avant divers travaux justament sur la tecnique de Jesus Christ - Collection Mariette Guido Reni attr.”; poco sopra “Vente Latolle [o Latotte] 37”. È presente anche una filigrana (nella parte destra) non perfettamente leggibile.
L’esemplare presenta buoni margini; è attaccato al supporto cartonato sottostante (del XX secolo) per due strisce di carta incollate dal verso lungo il bordo superiore dove sono presenti lievi danni e un piccolo strappo centrale.