Dattiloscritto a inchiostro nero su carta velina verdina. Pagine [5], 125 numerate dall’autore. Correzioni autografe e inchiostro blu. Alla carta n. [2] si legge: «finito di stampettare il 25 agosto 1963 in via Solferino 18 a Milano in 3 copie: su carta bianca (originale), rosa e verdina». SI AGGIUNGONO: Id., 2 brani dattiloscritti dal titolo ‘La vita musicale’ e ‘Cronache musicali’ quest’ultimo con correzioni autografe. Non datati. SI AGGIUNGE: Id., 1 lettera autografa firmata. Datata 12 ottobre 1961. SI AGGIUNGE: Id., 1 cartolina viaggiata autografa firmata. Datata 27 agosto 1968.
I DOCUMENTO: Incipit: «Firenze dopo il diluvio [titolo del prima capitolo]. Vecchie città, transitiamo in voi col passo esitante e perduto dei superstiti. Arrivando sotto la pioggia due innamorati stretti contro la muraglia coperta d’edere della Fortezza da Basso e una nevicata di fior di glicine sul marciapiedi: Firenze è questa, e l’Arno scorre giallo di mota alluvionale sempre in senso contrario a quello della memoria […]». III DOCUMENTO: Nella lunga lettera inviata ad un collega si legge tutto il disprezzo di Dal Fabbro per Buzzati: «[…] hai dedicato questa bella contraffazione di me a quel vecchio lichene dolomitico che è Dino Buzzati, ossia a una delle persone che più detesto e che è al centro dei circoli a me avversi. Ora è evidente che io non posso impedire agli amici miei e ai sedicenti tali di diffamarmi in mia assenza e recando gli argomenti meno probabili a uso di una categoria di benpensanti […]. Questo è veramente troppo: tanto più che le occasioni e le maniere per lucidare i merdosi stivali a Buzzati puoi bene cercarteli altrimenti […]». IV DOCUMENTO: «Spadolini è un lustrascarpe di Gioberti, Lorego è un pirla. L’Unione Sovietica ha ragione […]».