Manoscritto a inchiostro nero. 1 bifolio, scritte 3 pagine. Missiva conservata in cartoncino blu. Dimensioni: 210x135 mm.
Lunga e curiosa lettera in cui Tommaseo commenta un libro per bambini, dispensando consigli di pedagogia. «Il suo libro mi pare dettato con cuore di figlio e di padre buono, e però […] adattato ai bambini […]. Oserei, a questo proposito notare una cosa. Intendo bene che disfare alla bimba le sue bambole, e scrivere sermoni contro sarebbe pedanteria: ma non vorrei neanco che essa se ne tenga d’averne una alta quanto lei e di farle da mamma. Da questo argomento d’alta diplomazia pedagogica sarà meglio nel librino tacere, e lasciare l’arbitrio alle mamme. Sta bene che il linguaggio da tenersi in quella età non abbia tanto odore di scienza […] ma giacché Ella non teme d’avvertire che l’ape e la farfalla volanti non sono uccelli, ma insetti, non veggo perché la non potesse anche dire che la balena non è pesce proprio. […] Un bell’esempio mi paiono certe sue ripetizioni, che avverano il detto di Napoleone primo: la ripetizione è di tutte le figure la prima. Tra i libri per l’infanzia, dettati da’ Toscani, confesso che questo suo pare a me il più toscano di tutti, perché non s’arrampica su per la montagna di Pistoia, e non s’avvoltola nella mota de’ Camaldoli […]».