Olio su tavoletta.cm 11,5x26,5. Firmato in basso a destra. Ex-collezione Solari - Livorno. Timbro in ceralacca al verso.
Il dipinto appartiene alla prima fase artistica di Mario Puccini, quando la sua pittura era improntata ad un acceso e violento cromatismo, in contemporanea a un periodo di crisi depressive che lo portarono a dei ricoveri in ospedali psichiatrici. Per gli aspetti biografici della sua esistenza e per queste caratteristiche stilistiche, Mario Puccini è stato considerato il «Van Gogh livornese» secondo la nota definizione di Raffaele de Grada che a questo proposito scrisse anche: «Mario Puccini è un grande pittore che, se si fosse portato su un piano culturale più largo, poteva diventare non inferiore, nel suo aspetto ruggente, al conterraneo [...] Amedeo Modigliani» (R. De Grada, I macchiaioli, Milano 1967).
38,5x52.