Manoscritto a inchiostro nero. 1 carta scritta al recto. Insieme anche un foglio dattiloscritto relativo a questo testo poetico. Dimensioni: 105x320 mm. SI AGGIUNGE: 1 componimento poetico manoscritto con alcune correzioni dal titolo "Ballata". Non datato.
I DOCUMENTO: "Son la cardenia.. Ti lasciai signora, e da quell’ora più non vedo il cielo! Tutto, intorno, s’attrista e si scolora l’uggia mi vince e mi ferisce il gelo [...]". La poesia è stata composta da Pascoli per la famiglia Rossi, padrona della casa bolognese di via dell'Osservanza. Augusto Vicinelli ricostruisce la storia di questa composizione: "Sono stati ricordati alcuni episodi, anche coi padroni di casa, signori Rossi, e i loro tre vivaci figli (...). Un gentile episodio fra coinquilini è quello del vaso di cardenie che i fratelli, non osando chiedere il favore, lasciarono davanti alla soglia dei vicini, quando andarono a Castelvecchio. Quei vicini curarono la piantina e la restituirono al ritorno con dei... versi cosí firmati: 'La cardenia al ritorno del suo padrone, umilmente'. Il giorno dopo Giovanni deponeva di nuovo la cardenia presso la porta del coinquilino, e anche lui... faceva parlare in versi la pianta: 'Son la cardenia... Ti lasciai signora, - e da quell’ora piú non vedo il cielo!... – Fosti buona con me nell’abbandono... - Voglio fiorire e rifiorir con te. La Cardenia trovatella".