In-folio (mm 300x207). Carte [6], 143 [i.e. 141, saltate nella numerazione le carte 74 e 101], [1]. Marca editoriale incisa in legno al frontespizio e ripetuta nell'ultima carta del volume. Con 39 diagrammi, 110 xilografie (con la rappresentazione di 142 figure umane) a piena pagina, e 4 a doppia pagina. Graziosi capilettera istoriati nel testo. Alcune lacune marginali reintegrate al frontespizio e all'angolo inferiore esterno di 8 carte; 2 strappi restaurati, senza perdita di testo, alla carta 3†. Una gora d'acqua alle prime carte, alcuni segni d'uso. Esemplare molto rifilato. Legatura antica restaurata e rimontata, in piena pergamena, con l'indicazione italianizzata dell'autore scritta al piatto anteriore. Sguardie rinnovate, capitello ricostruito, alcuni piccoli inserti in pergamena moderna ai piatti e al dorso. Alcune macchie. Esemplare popolato da molti disegni, la maggior parte a lapis, alcuni a inchiostro o sanguigna. Un tassello con glossa di mano antica alla carta 23v.
Rara prima traduzione italiana del famoso trattato di Albercht Dürer, Vier Bücher von Menschlicher Proportion, edito per la prima volta a Norimberga nel 1528. In quest'opera l'Autore voleva dimostrare come le proporzioni e l'armonia del corpo umano dipendessero da precise regole geometriche, e fossero pertanto riproducibili attraverso il disegno, arrivando poi a teorizzare la bellezza stessa come legata a proporzioni matematiche. Dürer, a conclusione di numerosi studi svolti su diverse tipologie di individui, corredò il suo lavoro di moltissime illustrazioni della figura umana, le stesse, peraltro, riportate anche in questa prima edizione italiana. Tale traduzione, opera di Giovanni Paolo Gallucci, uscì implementata di un quinto libro, redatto dallo stesso traduttore, "nel quale si tratta con quali modi possano i pittori e scoltori mostrare le diversità della natura de gli huomini et donne [...]". Le tavole, a doppia pagina, che in altri esemplari più marginosi, risultano essere ripiegate nella nostra copia sono leggermente rifilate e pertanto non ripiegate. Opera fondante nella storia dell'anatomia pittorica, viene citata da tutti i principali repertori: cfr. Choulant, 146; Wellcome II, 1920; Durling, 1299; Bird, 760; Cicognara, 321; Brunet II, 914; Choix 38, 4491, 8638; Riccardi I, 659; Schlosser-Magnino; Morton: «The first attempt to apply anthropometry to aesthetics».